Elisa Paini
Luigia Elisabetta Paini, detta Elisa, nacque a Montagna in Valtellina (SO) il 25 gennaio 1863, da una famiglia benestante, colà emigrata dall’Inghilterra nel secolo XVI per preservare la propria fede cattolica, dagli avi illustri (vescovi, governatori, abati, il generale napoleonico Giulio Paini), la cui signorile residenza, Ca’ Paini, campeggia ancora oggi nella località alpina. Il padre Stefano, garibaldino, aveva combattuto sullo Stelvio; diversi suoi familiari erano insegnanti.
Per frequentare le scuole elementari Elisa si recava quotidianamente a Sondrio a piedi: e fu in questo modo che conobbe L. Credaro, allora studente del Ginnasio.
Fra il 1877 e il ‘79 frequentò la Scuola magistrale ambulante mantenuta dalla provincia di Sondrio con sede a Ponte in Valtellina e poi stabilitasi nel capoluogo come Scuola normale, in seguito Istituto magistrale. In questo periodo fu a pensione presso O. Buzzi, valente educatore, poi direttore della locale Scuola normale; e negli esami per la patente elementare inferiore, nei quali primeggiò, ebbe fra i Commissari A. Martinazzoli.
Dal 1879 all’81 fu alunna della Scuola Normale presso del Collegio di S. Chiara in Como, ove conseguì, di nuovo eccellendo, la patente magistrale superiore. Nel 1883, dopo due anni di lotta contro la polmonite (prima violenta manifestazione della malattia che ne avrebbe provocata la morte), fu nominata maestra di IV classe mista a Tresivio, a 4 km da Montagna.
Il 24 dicembre 1885 sposò L. Credaro. Da questo momento la sua vita coincise con quella del marito, del quale costantemente e attivamente condivise gli studi, le idee, l’impegno culturale e politico, con contegno tuttavia estremamente riservato e austero, rifuggendo pubblicità e notorietà. Per sostenere il consorte nel soggiorno di perfezionamento a Lipsia (1887-1888) si appropriò, alla perfezione, del tedesco; e apprese il greco per coadiuvarlo nella preparazione di Lo scetticismo degli Accademici. Padroneggiò anche il francese e l’inglese; predilesse gli studi di letteratura, di critica artistica, di pedagogia e di filosofia e si dilettò, in specie, della lettura di romanzi storici. Per 17 anni fu non dichiarata ma assidua collaboratrice della “Rivista pedagogica”, occupandosi, in specie, dello spoglio delle principali riviste estere.
Tradusse Psychologie et Morale appliquées a l’éducation (1907), terzo volume di Psychologie et éducation, opera del pedagogista transalpino F. Alengry (1865-1943), pubblicata con il titolo L’educazione su le basi della psicologia e della morale da Paravia nella collana “Biblioteca di filosofia e pedagogia” (n. 115), con prefazione di L. Credaro. Il testo, che ebbe 5 edizioni fra il 1910 e il 1923 raggiungendo il 15° migliaio di copie, ebbe un ruolo di rilievo nella diffusione dello herbartismo in Italia.
Negli anni in cui Credaro diede vita all’Unione Magistrale Nazionale e ne assunse la Presidenza (1901-04), Elisa Paini ne fu la Segretaria. Durante la Grande Guerra cooperò col consorte nell’assistenza alle famiglie dei combattenti valtellinesi; e fra il 1919 e il ‘22 ne affiancò l’opera di pacificazione svolta quale Commissario Generale Civile per la Venezia Tridentina, sostenendo sodalizi e progetti benefici come l’istituzione dell’Ospedalino per bambini di Trento.
Operò costantemente per sollevare le sorti delle classi più modeste e alleviare le sofferenze dei più deboli, in specie dell’infanzia. Fece parte di Commissioni di vigilanza per le scuole del Comune di Roma e collaborò con E. Chiaraviglio-Giolitti e altre gentildonne a iniziative filantropiche e di educazione popolare nella Capitale (in particolare nel quartiere di residenza, Monteverde).
Scomparve a Roma il 17 marzo 1924.
[mada]